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Monumenti Religiosi di Villamiroglio

Chiesa Parrocchiale dei Santi Filippo e Michele

Da fonti risulta che la chiesa del primitivo abitato di Villa Miroglio era S. Graziano, presso il castello, ancora attiva nel 1440. In seguito, parrocchiale divenne una "ecclesia de Montonaria" elencata nel 1298 negli estimi della diocesi di Vercelli e intitolata a S. Michele. Ma già nel 1577 la parrocchiale di san Michele è definita “vecchia” e viene menzionata accanto alla parrocchiale di Santa Maria. Nel 1725 si iniziarono i lavori in parte finanziati dalla popolazione e dal parroco Don Pagliano, per edificare, sull’area della precedente parrocchiale abbattuta nello stesso anno a Villamiroglio, la Chiesa Parrochiale dei SS Filippo e Michele. Tale dedicazione, in sostituzione di quella alla Madonna, fu scelta per unire il culto di S. Michele, a cui resta l'intitolazione della vecchia parrocchiale, e quello di S. Filippo della chiesetta a Mezzalfenga, anche se a tutt'oggi S. Maria Addolorata è ritenuta co-patrona. La Chiesa fu terminata nel 1764 e benedetta nel 1768. Il campanile fu iniziato nel 1816 e terminato nel 1823, mentre attorno al 1870 fu realizzato il pavimento marmoreo. Sono stati recentemente restaurati facciata, pavimento e altare e, tra il 2005 e il 2006, sono stati effettuati altri lavori, con ripristino del tetto e consolidamento dei muri perimetrali, e gli affreschi nel 2012, anche se se sono state cancellate alcune pitture in finto marmo. Edificio a pianta centrale, orientato, in mattoni a vista. Bella facciata tardo-barocca a due ordini, scandita da lesene con capitelli ionici, frontone curvilineo e lieve concavità delle parti laterali. Su una parete curva di raccordo alla destra della facciata è inserito un frammento lapideo scolpito raffigurante un uccello (probabilmente una colomba) su un rametto con un grappolo e un frutto, entro una cornice quadrata costituita da un nastro a triplo vimini, che riproduce il modulo a formelle “incatenate” riscontrabile in fregi di plutei del sec. IX. Sul fianco destro sono visibili i resti di un quadrante solare con gnomone perpendicolare. Interno a pianta centrale con navata unica. Notevoli l’altare maggiore di marmi policromi e l’elegante balaustrata marmorea (seconda metà sec. XVIII). Vi sono inoltre due altari laterali di stucco dipinto a finto marmo (fine XVIII - inizio XIX secolo). Dalle linee architettoniche, la Chiesa viene da alcuni esperti attribuita all'architetto Conte Magnocavalli di Varengo, o alla sua scuola.

Chiesa di San Michele

Antica chiesa presso il cimitero di Villamiroglio. Una "ecclesia de Montonaria" (o Montenario) è elencata dal 1298-99 negli estimi della diocesi di Vercelli, pieve di Gabiano. Divenne parrocchiale nel sec. XV, dopo lo spostamento dell’abitato; era definita parrocchia vecchia già nel 1577. Importanti lavori di ristrutturazione nel 2005.
Edificio di discrete dimensioni, con facciata barocca a due ordini e timpano triangolare; paramento misto in mattoni e arenaria; alcune pietre sono di riutilizzo. In un pilastro della parete posteriore è inserito un blocco di granito che pare un capitello di recupero. Viene tutt'ora utilizzata in occasione della festa del patrono e durante il periodo invernale o per altre funzioni o eventi.

Chiesa di Santa Liberata

In località Case Alemanno. In origine era forse sede di un monastero femminile. La chiesa forse era anche in qualche modo collegata, come cappella gentilizia o come luogo di culto per gli addetti alla guarnigione, alle le fortificazioni dei conti Miroglio a Bricco Castello. Nella visita pastorale del 1619 veniva descritta come chiesa non troppo grande “con un altare solo decentemente ornato et fornito di paramenti necessari” dove ogni giorno si celebravano messe votive. L’oratorio venne ampliato successivamente nel sec. XVII con la costruzione dell’altare laterale dedicato a San Luigi Gonzaga e, a ridosso della fiancata rivolta a settentrione, di “un portico in capo al quale vi è una casetta con due stanze in piano e due di sopra e qui suole abitare un romito, benché hora - come si legge nella visita pastorale effettuata da mons. Lelio Ardizzone nel 1685 – non ve ne sii alcuno, et di sotto vi è la cantina”. La chiesa fu sottoposta a diversi interventi di ristrutturazione che forse determinarono la scomparsa dell'attiguo cimitero.
La chiesa di S. Liberata, malgrado le manomissioni subite nel tempo e la cattiva manutenzione, aggravate da numerosi furti (dipinti, statue, colonne, candelabri, porta, cancellata...) e vandalismi, ha conservato, con i recenti lavori di ripristino del 2007, i segni di un passato importante sul piano storico, artistico e religioso. Ora appare come un edificio di discreta grandezza, con facciata ottocentesca scandita da quattro lesene in doppio ordine, culminante con un timpano in cui si prolungano le due lesene mediali; un modesto portone centrale e tre finestre rettangolari. Sul lato sinistro è conservato il porticato; nella zona posteriore si alza un bel campaniletto a vela. Ai lati dell’altare maggiore sono visibili affreschi del sec. XVII. Nel 1997 è stata realizzata da F. Monino la statua di S. Liberata sorreggente due neonati in fasce, in sostituzione della precedente rubata; ad essa si rivolgevano in preghiera le partorienti. Nella primavera 2009 hanno inizio i lavori di restauro interno della chiesa dove, ai lati dell'altare maggiore, sono venuti alla luce affreschi del '500 - '600.

Chiesa di San Rocco

A sud-est di Villamiroglio, presso la frazione Rairolo, raggiungibile da Varengo. Dal 1944 vi tenne sede il comando della Brigata Autonoma Partigiana Patria. Sebbene sede di sentite celebrazioni in onore del santo, come ancora ricordato dagli anziani del paese, fu per lungo tempo abbandonata. La proprietà della chiesa e della struttura abitativa adiacente sono state acquistate da un privato, che ne ha iniziato la ristrutturazione. I lavori, attualmente, sono fermi e il sito è di nuovo in stato di abbandono. Facciata alta e stretta con timpano arcuato; vi si legge la data "1715". Esile campanile.

Chiesa Parrocchiale di Santo Stefano

A Vallegioliti, nel centro dell’abitato. Fu costruita negli anni 1819-20 "per cura e spese" della popolazione locale e consacrata nel 1823. La volta fu dipinta nel 1866 dal famoso artista Paolo Maggi. Nel 1866 furono effettuate anche altre decorazioni pittoriche. Importanti restauri nel 2005 (tetto, campanile, consolidamento della struttura) e nel 2008 (rintonacatura, tinteggiatura, risanamento di battistero e altare maggiore, impianti elettrico, di illuminazione e di riscaldamento). Altri lavori esterni nel 2016. Ha forme neoclassiche, pianta a croce latina. In facciata risaltano quattro lesene su alta zoccolatura sorreggenti il timpano triangolare.

Madonnina (Chiesa della Madonna della Neve)

Sulla strada per Vallegioliti all’incrocio per Molino del Conte. Questo edifico ha probabilmente origini abbastanza antiche, forse seicentesche, ad oggi è una chiesa privata di discrete dimensioni. In passato nel giorno della ricorrenza festiva (5 agosto) si svolgevano celebrazioni religiose e una fiera popolare con grande partecipazione, fino al 1722, anno in cui tale celebrazione fu spostata al venerdì della Settimana Santa e tramutata nella festa della Madonna dei Sette Dolori, poiché in tale occasione solevano nascere "rumori e omicidi". Alla fine del'700 vi viveva in romito un frate del luogo.

Chiesa di San Filippo Apostolo

Si trova nei boschi in frazione Mezzalfenga. Risulta elencata nelle decime vercellesi già nel 1298-99, contemporaneamente alle pievi di Gabiano e di Cortiglione. L’edificio attuale fu costruito nel 1745 (data indicata da una lapide murata all’interno). Si trova accanto al piccolo cimitero della frazione. Secondo una leggenda (forse ripresa dalle storie di S. Eldrado alla Novalesa), presso la chiesa in località "Cà ‘d Ruman" c’era una sorgente di acqua oleosa miracolosa. Subì negli anni vari furti; ai primi di settembre del 1998 furono rubati tutti gli arredi restanti: ex voto, candelabri, paramenti sacri, tabernacolo, quadri, statua ottocentesca in cartapesta di S. Filippo col trono (opera di artigiani di Verolengo), statuina della Madonna, un antico inginocchiatoio, un tavolo di legno e la campanella esterna.
Elegante facciata barocca restaurata negli anni ottanta del sec. XX. Sul davanti è ancora presente un’intelaiatura metallica che serviva per reggere un telo di color porpora sistemato in occasione di funzioni religiose importanti. La volta a catino è affrescata con un’illusionistica balconata che si apre su un cielo luminoso con la SS. Trinità tra angeli in volo. Altare di bella fattura. Sulla sinistra c’è una nicchia in cui era riposta la statua di S. Filippo, e sul fondo si aprono altre due nicchie per le statuette di S. Agostino e S. Espedito, anch’esse rubate. Attraverso una porticina posta a fianco dell’altare si accede alla sacrestia; da questa scendendo due gradini si giunge in una piccola camera che conserva un camino, mentre salendo una scala si arriva a due stanzette ricavate nel sottotetto. E' uso festeggiare il Santo con la celebrazione di una messa, una processione e un incanto delle torte il Primo Maggio.

Chiesa di San Pietro Martire

Situata su una collina tra il borgo di Mezzalfenga e la strada per S. Antonio, raggiungibile con una stradina sterrata in ripida ascesa dalla frazione Piglie. Piccola chiesetta votiva, intonacata; con un piccolo altare, attualmente in stato di abbandono. Conteneva in una nicchia una statua di gesso di S. Pietro martire, fortemente rovinata dall'incuria, ora traslata nella parrocchiale di Vallegioliti dopo un ingente restauro a cura di Villamiroglio in Foto.